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io compresso (2002)
foto i-zone, 3 x 17 cm

io click (2002)

23 foto i-zone, 70 x 17 cm

Pubblicata su Private Magazine N.21 - Giugno 2001

Continuando nella linea di attenzione alla Fotografia e al mondo studentesco-la Galleria Sagittaria propone il lavoro di oltre 135 giovani artisti delle Accademie di Belle Arti italiane ed europee i quali, invitati a produrre un autoritratto fotografico, hanno accettato la proposta e si sono trovati a doversi confrontare non solo con gli specifici attrezzi del mestiere e gli eventuali problemi tecnici, ma soprattutto con un inevitabile momento di riflessione su cosa comunicare su di sè e su come comunicarlo.
Dal lavoro nel suo complesso viene fuori, dunque, un interessantissimo saggio di linguaggio giovanile attraverso il mezzo fotografico, adoperato quasi sempre con estrema disinvoltura e desiderio di forzare gli specifici stereotipi comunicativi. Una variegata campionatura di personalità e di inflessioni o dialetti (ammesso che la Fotografia possa essere una lingua), ma anche di tecniche, materiali, formati, tinte e tonalità. Un inevitabile momento di riflessione, allora, ancheper tutti noi, da gustare con grande intensità.

Guido Cecere


Tutti noi produciamo continuamente, in mille modi, autoritratti. Persino in una semplice stretta di mano la contrazione muscolare prodotta dalla presa di ognuno dei due fornisce un’idea, un’immagine di sé. Anche in un gesto così banale qualcosa della nostra interiorità, segreta persino a noi stessi, si incontra con il mistero dell’altro producendo un’irripetibile configurazione fluttuante. L’autoritratto fotografico, più di qualsiasi altra forma di autoritratto, ha il potere di trasformare questa configurazione instabile in una trasparente organizzazione cristallina. In un brevissimo momento ci troviamo così a dover fare i conti con un volto che non necessariamente è un volto, e non necessariamente è il nostro, ma con il quale, se lo accettiamo come autoritratto, ci riconciliamo, in esso troviamo un po’ di spazio per riposare, lo adottiamo. Per ogni artista o per chi aspira a diventarlo è questo un esercizio strano, perturbante, bizzarro, ma sempre in qualche modo fondante perchè lo induce a rispondere al suo pubblico, ad attraversare in un lampo la propria poetica e a dichiararsi in immagine.

Maurizio Giuffredi